Morbillo: sintomi, prevenzione e trattamento

Morbillo: sintomi, prevenzione e trattamento

Il morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa, nota per la sua incidenza nell’infanzia: colpisce infatti principalmente i bambini tra 1 e 3 anni di età. Causata da un virus del genere morbillivirus, questa patologia esantematica si manifesta con eruzioni cutanee, febbre e altri sintomi che possono variare in intensità.

Pur essendo una malattia a volte definita “infantile” per la sua prevalenza nei più piccoli, le complicazioni possono essere gravi e, in rari casi, persino fatali. In questo articolo vogliamo approfondire i vari aspetti legati al morbillo, concentrandoci su sintomi, prevenzione e trattamento, al fine di fornire informazioni utili e aggiornate per proteggere la salute di tutti.

Le cause del morbillo

Il morbillo è provocato dall’esposizione a un virus a RNA a singolo filamento, appartenente al genere Morbillivirus e alla famiglia dei Paramyxoviridae. Questo agente patogeno è tra i più contagiosi, soprattutto per gli individui non immunizzati, sia perché non vaccinati sia perché privi di una precedente infezione.

La trasmissione avviene attraverso le micro-gocce di saliva che una persona infetta espelle durante starnuti o colpi di tosse. Queste particelle virali, infatti, possono disperdersi nell’aria per diversi metri e depositarsi su superfici e oggetti, rimanendo attive e capaci di infettare per diverse ore.

I sintomi della malattia

I primi segnali del morbillo si manifestano tipicamente 7-14 giorni dopo l’esposizione al virus, con sintomi iniziali che ricordano un raffreddore o un’influenza lieve.

Questi sintomi possono durare da 4 a 7 giorni e includono:

  • Tosse
  • Naso che cola
  • Congiuntivite
  • Febbre alta, che in alcuni casi può raggiungere anche i 40° C
  • Mal di gola
  • Stanchezza
  • Dolori muscolari

Nei giorni successivi si possono osservare altre manifestazioni tipiche della malattia: appaiono delle piccole macchie bianche con un centro blu-bianco sulla mucosa delle guance (conosciute come macchie di Koplik), che rappresentano un segno distintivo del morbillo. Dopo circa 3-4 giorni, compare l’eruzione cutanea caratteristica: inizialmente si sviluppa dietro le orecchie e sul viso, per poi diffondersi verso il resto del corpo, interessando ascelle, inguine e altre zone.

Il decorso della malattia dura solitamente tra i 10 e i 20 giorni, e la fase di massima contagiosità si verifica nei giorni precedenti l’apparizione dei caratteristici rash cutanei. Una volta superata l’infezione, il sistema immunitario acquisisce una protezione che, in teoria, dura per tutta la vita.

Come prevenire il morbillo

Il vaccino rappresenta la strategia più efficace per prevenire il morbillo, in quanto riduce non solo il rischio individuale di contrarre la malattia, ma anche la possibilità di trasmettere il virus ad altre persone.

In Italia, il vaccino utilizzato è un complesso vaccinale noto come MPR, che offre protezione non solo contro il morbillo, ma anche contro parotite e rosolia. La strategia vaccinale prevede la somministrazione della prima dose idealmente tra il 12° e il 15° mese di vita, seguita da un richiamo che può essere programmato intorno ai 5-6 anni o, in alcuni casi, tra gli 11-12 anni.  

È fondamentale ricordare che il morbillo, sebbene prevalente in età infantile, può colpire anche gli adulti, in particolare chi non è mai stato vaccinato o non ha mai contratto l’infezione. In quest’ultima fascia d’età, la malattia non si manifesta necessariamente in forma più pericolosa, ma può comunque causare complicanze gravi simili a quelle osservate nei bambini. Pertanto, anche gli adulti privi di immunizzazione devono considerare la vaccinazione come misura preventiva indispensabile.  

Il protocollo vaccinale per gli adulti prevede l’iniezione di due dosi, somministrate con un intervallo minimo di un mese.

Il trattamento del morbillo

Il trattamento per la cura del morbillo si concentra esclusivamente sul controllo dei sintomi in quanto non esiste una terapia specifica. Per abbassare la febbre, è consigliabile utilizzare antipiretici, mentre durante i giorni di febbre è preferibile seguire un regime alimentare a base di liquidi, come tè e brodi di verdura. È fondamentale che il paziente rimanga a riposo fino a quando le eruzioni cutanee non si risolvono completamente.

Inoltre, dopo il decorso attivo della malattia, è importante osservare un periodo di convalescenza di circa 15 giorni, durante il quale si dovrebbero evitare sforzi fisici intensi, viaggi e l’esposizione a condizioni di freddo, poiché il recupero dell’organismo è generalmente molto graduale.