Orticaria: cosa è e come curarla
Inserito da Staff in data 16 Settembre 2021
Può essere di tipo cronico o acuto, anche senza una precisa causa apparente: si tratta dell’orticaria, un’eruzione cutanea di tipo infiammatorio spesso causata da processi autoimmuni, che colpisce il 20% della popolazione, con una incidenza prevalente nelle donne di età compresa tra i 35 e i 45 anni.
L’orticaria si manifesta con pomfi molto pruriginosi, ovvero gonfiori bianco-rossastri più o meno grandi simili a punture di insetto, che compaiono improvvisamente e improvvisamente svaniscono per fare poi la loro comparsa in altre parti del corpo. Le singole macchie tendono a scomparire entro le 24 ore, ma l’orticaria in sé può invece protrarsi anche per più settimane o più mesi di seguito. Oltre ai pomfi pruriginosi può verificarsi anche angioedema, un gonfiore del tessuto sottocutaneo o sottomucoso che tipicamente colpisce palpebre, labbra o gola.
Ma quali sono le vere cause dell’orticaria? Questo aspetto è particolarmente cruciale, perché solo l’identificazione degli agenti scatenanti può permettere di fare la giusta diagnosi e quindi impostare il giusto trattamento.
Le cause dell’orticaria
Diversamente da quello che si tende a credere, l’orticaria è causata solo raramente dalle allergie. Nella maggior parte dei casi viene innescata in seguito alla reazione di alcuni globuli bianchi presenti nel derma (i mastociti), che possono intervenire stimolando l’azione dell’istamina; l’istamina causa la dilatazione di piccoli vasi sanguigni e la conseguente fuoriuscita di siero che comporta come risultato la formazione di pomfi.
Nei bambini le forme acute di orticaria sono spesso riconducibili ad allergie di tipo alimentare o infezioni respiratorie come una faringite o una tonsillite da streptococco; quando fa il suo esordio in un individuo già adulto le allergie alimentari sono una causa molto remota.
Più in generale l’orticaria viene innescata da diversi stimoli immunologici e non immunologici:
- reazioni a farmaci (come l’acido acido acetilsalicilico, l’ibuprofene o il paracetamolo);
- reazioni a conservanti o additivi presenti negli alimenti;
- stimoli fisici causati dal contatto con il calore (ad es. sudorazione eccessiva) o il freddo.
Come curare l’orticaria
Nonostante il prurito, la prima cosa da fare è quello di resistere alla tentazione di grattarsi: facendolo non si fa altro che stimolare ulteriormente il rilascio di istamina, portando così a un peggioramento della situazione. Il talco mentolato, anche se non risolve il problema, può essere utile per dare una tregua momentanea al prurito. In caso di pomfi pruriginosi si deve inoltre evitare di esporsi al sole o fare docce troppo calde o troppo fredde per non stimolare ulteriormente la pelle.
Per curare l’orticaria si può seguire una doppia strada: applicare pomate a uso locale oppure assumere antistaminici. Questa seconda opzione, con l’assunzione di 1-2 compresse al giorno per massimo un paio di settimane, è considerata la strategia migliore per il trattamento dell’orticaria sia acuta sia cronica; il cortisone è invece sconsigliato perché oltre ai possibili effetti collaterali può portare a una cronicizzazione dell’orticaria.
Se il problema persiste o se non è stato possibile individuare la causa scatenante, il medico può prescrivere l’assunzione di flunarizina, un farmaco efficace ma che va assunto a cicli di 21 giorni al mese con una settimana di sospensione. Se pomfi e prurito persistono nonostante il trattamento o se non regrediscono nel giro di qualche settimana, è comunque consigliato rivolgersi a un dermatologo.