I sintomi del mal di montagna

I sintomi del mal di montagna

Il mal di montagna – più propriamente detto “male acuto di montagna” o AMS (acute mountain sickness) – è una reazione avversa da parte dell’organismo in risposta a cambiamenti nel livello dell’ossigeno e della pressione arteriosa. Il fenomeno si verifica a quote elevate, generalmente quando ci si trova al di sopra dei 3.500 metri; in alcuni individui i primi sintomi possono però manifestarsi già a 2.000-2.500 metri di altitudine se c’è suscettibilità individuale, non c’è una preparazione fisica non adeguata o si esegue un’ascensione troppo rapida.

Quali sono i sintomi del male acuto di montagna? Come si possono riconoscere gli individui predisposti? Cosa fare quando si sospetta un problema di questo tipo? A queste e altre domande vediamo di rispondere qui sotto.

Cos’è il mal di montagna

Il mal di montagna è uno stato di malessere che può manifestarsi in ogni luogo e in ogni stagione e che non dipende da fattori ambientali, ma da fattori specifici del singolo individuo. Comporta una sofferenza organica causata da ipossia, ovvero dalla progressiva riduzione di ossigeno nell’atmosfera, e dall’incapacità dell’organismo di adattarsi ai mutamenti dell’alta quota.

A giocare un ruolo determinante non è solo la quota elevata, ma anche la velocità di ascensione, che al di sopra di altitudini importanti deve sempre essere lenta e graduale. Per questo è sempre raccomandato prevedere un adeguato periodo di acclimatamento per permettere al proprio fisico di ambientarsi e adattarsi alle specifiche condizioni ambientali.

Quali sono i sintomi

Il mal di montagna si manifesta con sintomi comuni quali:

  • Mal di testa
  • Nausea e vomito
  • Affaticamento
  • Stordimento
  • Vertigini o svenimenti
  • Problemi respiratori
  • Insonnia
  • Irritabilità
  • Perdita di appetito

Questi sintomi presentano una maggiore incidenza (dal 50 all’85% degli individui non acclimatati) intorno ai 4.500-5.000 metri, con conseguenze invalidati anche nei soggetti allenati. Al di sotto di queste quote i sintomi sono molto più rari e in genere sono di lieve entità. 

Se il malessere è in forma lieve l’acclimatamento e il riposo sono in genere sufficienti per superare il malessere. Se i sintomi vengono invece ignorati e si prosegue nell’ascesa, possono subentrare stati condizioni ben più gravi, quali stato confusionale ed edema cerebrale o polmonare, difficoltà o impossibilità nell’esecuzione dei movimenti volontari (atassia), fino a stato comatoso e decesso.

Nei casi di sintomi gravi l’unica cosa da fare è arrestare la salita e scendere di quota il prima possibile. Generalmente i sintomi regrediscono velocemente una volta che ci si trasferisce a quote inferiori (anche solo 300-400 metri più in basso). 

Cosa fare se si sospetta il mal di montagna

Trattandosi di una predisposizione soggettiva, non è sempre possibile prevedere lo scatenarsi del malessere né tanto meno fare qualcosa per cercare di prevenirlo. Tuttavia è raccomandato seguire una serie di accorgimenti che possono essere di grande aiuto:

  • Salire lentamente e affrontare le quote elevate con un acclimatamento graduale;
  • Evitare il consumo di alcolici e caffè;
  • Bere almeno due litri d’acqua al giorno per mantenere la giusta idratazione;
  • Mangiare a sufficienza, prediligendo carboidrati e cibi energetici facili da assorbire;
  • Prevedere una giornata di riposo ogni 3-4 giorni di scalata.

La somministrazione di acetazolamide – un farmaco diuretico usato nel trattamento della condizione edematosa – può essere utile per favorire il processo di acclimatamento, ma è possibile solo dietro prescrizione medica.